L’ospedale di Padre Pio di Pietralcina

Lorenzo Marvelli

Accompagno Valentina presso l’Ospedale di San Giovanni Rotondo in Puglia. L’ospedale di Padre Pio.

San Pio di Pietralcina.

Valentina eseguirà una terapia radiante perché deve preparare il suo corpo al trapianto del midollo che eseguirà a breve presso l’Ospedale Civile di Pescara.

Eviterò tuttavia di dire di lei e della sua speranza di vita: dirò invece di questo luogo di culto, di pellegrinaggio, di malattia, di tempo libero, di veloce sviluppo edilizio ovvero di gioia e dolore insieme, di piaceri dello spirito ma anche della carne poiché credo che San Giovanni Rotondo sia un luogo paradigmatico del tempo che stiamo vivendo, uno spazio grottesco ed assolutamente informato sin nei suoi più insignificanti dettagli, dalla dittatura liberista.

Padre Pio sta a San Giovanni Rotondo come Topolino sta a Disneyland o Hilton alla catena degli alberghi o Che Guevara a Cuba o la Ferrari alla Formula 1.

Padre Pio è il personaggio, il marchio, l’icona, lo sponsor di un sistema molto articolato che produce affari ma soprattutto immaginario.

Chi va a San Giovanni Rotondo, magari dopo aver vinto un soggiorno breve in uno dei concorsi a premi organizzato all’ Ipercoop, può confessare i suoi peccati e commetterne degli altri al tempo stesso, può acquistare souvenir del Santo Pio e giocare al video poker nello stesso bar, può vincere denari o fare elemosina, assistere ad una funzione religiosa o farsi le analisi del sangue, la radioterapia, un intervento chirurgico, può utilizzare l’acqua santa per il segno di croce o bere una Heyneken gelata, può fare la comunione o mangiare un trancio di pizza al salmone.

E’ facile passare dall’ascolto di una salsa o un merenghe al ristorante, all’ascolto del rosario diffuso dagli altoparlanti appena fuori.

Direi che non esiste una netta distinzione tra le informazioni, tra i messaggi. Anzi: tutto costituisce un unico messaggio e per questo, i clienti di San Giovanni Rotondo paiono essere molto felici del loro pellegrinaggio perché è un po’ cura dell’anima e un po’ del corpo, un po’ preghiera ed un po’ pik-nik.

San Giovanni Rotondo è un luogo assolutamente privo di un’architettura che ne racconti la storia nel corso dei secoli. Non ci sono case ma alberghi, pensioni, ristoranti. Non ci sono botteghe o giardini con le panchine o mercati rionali che dicano di una certa quotidianità; ci sono bancarelle con i souvenir, ci sono le piscine negli hotel, i menù turistici, i rondò, il trenino bianco che porta i turisti dal Santo Pio, proprio come a Gardaland.

E ci sono le telecamere per la video sorveglianza. E la Polizia con i Carabinieri in postazione. E c’è il 118 per le emergenze sanitarie. Ed il Pronto Soccorso. E la vigilanza privata armata che presidia, controlla, passeggia tra i clienti perché anche un luogo di culto, di cura e divertimento, concorre alla produzione di paura ed insicurezza, necessarie alle attività di Governo sui cittadini: anche questo luogo così lontano dalle aree metropolitane, informa i clienti che il pericolo è sempre alle porte e non risparmia neanche i malati, neanche i pellegrini.

L’ospedale domina una piana molto suggestiva; è un edifico sontuoso pieno di marmi colorati e preziosi ma anche pieno di immagini del Santo, di musei del Santo, di reliquie del Santo.

Ci sono anche i pazienti, c’è anche il personale medico ed infermieristico ma sembra solo un dettaglio in un edificio monumentale che celebra il Santo prima di produrre salute.

Il valore aggiunto di questo luogo di cura non è il livello scientifico degli interventi, non è la professionalità del personale ma il suo sponsor, il suo marchio di alta fedeltà: la possibilità che il Santo interceda tra paziente e Dio facilitando la guarigione dalla malattia, è un pensiero diffuso tra gli avventori, un pensiero sostenuto da una impressionante operazione mediatica da parte di radio e giornali locali, annunci pubblicitari, manifesti, volantini, altoparlanti, fotografie. Davvero un mare di comunicazione finalizzato a fidelizzare i suoi clienti.