I savariani

SAVAR può essere inteso come un luogo in cui IL MOVIMENTO ha trovato un grembo fertile, ha partorito se stesso e si è moltiplicato fino a giungere alle nostre orecchie.

Perché?

Niente di più semplice: per essere udito, metabolizzato, sussurrato a noi stessi e raccontato al vento, un vento che, in questo caso, è la coscienza popolare che si risveglia (in una professione, in una scelta, in uno stile di vita) e noi possiamo immaginarci

SAVARIANI,

ossia come quelli che amano raccontare al vento quello che hanno udito dal vento stesso.
Non è un gioco di parole, ma sono le parole di un gioco, il gioco di vivere immaginando che sotto i nostri piedi, come sulle nostre teste, ci sono intere popolazioni in cerca del diritto di esistere, non come trofei sui nostri scaffali, ma come esistenze libere di autodeterminarsi.
SAVAR può anche essere inteso come uno strumento a percussione che permetta al movimento di assumere le vesti del suono, della trasmissione, della comunicazione.
Parafrasando il grande Che Guevara, SAVAR è quel luogo in noi in cui percepiamo ogni ingiustizia fatta ad ogni uomo ed in qualsiasi parte del mondo, come fatta qui, ora ed a noi.
Siamo savariani come:

Girolamo Savonarola:
Se contro di me si disporrà un esercito
non temerà il mio cuore

 

 

Ernesto Che Guevara:
“Se sogni da solo è solo un sogno,
se sogni con gli altri è la realtà che comincia”

 

 

Tiziano Terzani:
“E’ così difficile immaginare un mondo in cui la scienza sia al servizio dell’uomo? Una scienza che non sfrutti la natura? E’ davvero utopico immaginare una civiltà in cui le relazioni tra gli uomini siano più importanti dell’efficienza e del progresso materiale?
Il grande pericolo è la rinuncia alla speranza, l’idea che i giochi sono fatti, che il mondo è già in mano “agli altri” e che non ci si può più far nulla”

Gandhi:
“L’umanità può uscire dalla violenza
solo attraverso la non violenza.
L’odio può essere vinto solo dall’amore.
Ricambiare l’odio con l’odio
serve solo ad allargarlo ed approfondirlo”

Nelson Mandela:
C’è l’occasione unica di lasciare un segno. Con la vostra volontà
e passione, avete aiutato a consegnare per sempre alla storia
il sistema malvagio dell’apartheid. Ma in questo nuovo secolo,
milioni di persone nei paesi più poveri del mondo sono ancora in prigione,
in schiavitù e in catene. Sono intrappolate nella prigione della povertà.
E’ il momento di liberarle.

Toro Seduto:
Vedete, fratelli è tornata la primavera. Il sole ha abbracciato la terra.
Presto vedremo i figli del loro amore. Ogni seme, ogni animale si è destato.
Anche noi siamo stati generati da questa grande forza. Per questo riteniamo
che anche gli altri uomini e i nostri fratelli animali abbiano
il nostro stesso diritto di vivere su questa terra.

John Lennon:
Immagina il mondo senza possessi, mi chiedo se ci riesci,
senza necessità di avidità e rabbia.
La fratellanza tra gli uomini.
Immagina tutta la gente condividere il mondo

 

Pablo Neruda:
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia
e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Martin Luther King:
Ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline
della Georgia i figli di coloro che un tempo
furono schiavi e i figli di coloro che un tempo
possedettero schiavi, sapranno sedere
insieme al tavolo della fratellanza.

Salvador Allende:
Se lottiamo possiamo perdere,
se non lottiamo siamo persi.

 

 

Mijail Bakunin:
Non mi stancherò mai di ripetere:
L’uniformità è la morte, la diversità è la vita

 

 

Petra Kelly:
Ognuno di noi fa parte dei problemi del mondo
e anche della soluzione.
I pericoli e le possibilità di cura non sono fuori di noi.
Cominciamo a lavorare lì dove siamo.

 

Federico Garcia Lorca
“Canto la Spagna e la sento fino al midollo, ma prima viene che sono uomo del mondo e fratello di tutti. Per questo non credo alla frontiera politica.”

 

 

Ipazia
“Difendi il tuo diritto a pensare perché anche pensare in modo sbagliato è meglio che non pensare…”