“La paura di arrugginire”

Testo teatrale ispirato a“Morte di un musicista blues” . di Lorenzo Marvelli dei Teatri Offesi. La storia di un musicista più volte ricoverato presso ospedali psichiatrici più simili a carceri che a luoghi di cura (i moderni manicomi) e degli abusi perpetrati nei suoi confronti. Il musicista, protagonista della storia, si trova ad avere a che fare con infermiere – soldato e medici – generali disposti a qualsiasi cosa pur di vincere la “malattia psichiatrica” dimenticando che, dietro di essa, esiste una persona – un corpo – la cui presenza diventa prima motivo di tortura e poi di annientamento. L’Angelo è l’allucinazione del musicista ma anche la sua unica ancora di salvezza: in realtà è il fantasma senza tempo dell’istituzione, disposta a tutto purchè egli smetta di ballare, di danzare beffardamente a difesa del corpo desiderante del musicista. A contorno una madre violentata e a sua volta disagiata a richiamo della destrutturazione sociale e familiare della nostra epoca ed un cenno ai fatti di Genova del 2001, quando molti ragazzi picchiati dalla polizia finirono a contatto con l’istituzione psichiatrica.

Luca Littarru

Personaggi
Medico, vestito da militare, con manganello e camice bianco
Musicista
Infermiere soldato
Angelo ballerina
Mamma

Azione: Il musicista è seduto su una sedia. Una luce accecante invade il campo, è puntata sulla sua faccia
Musicista
Ho questa cazzo di luce in faccia…. Bianca, bianca luce…. Luce al neon che non mi fa dormire. E poi ho caldo. Che cazzo di caldo. Mica una sensazione piacevole, non il sole dei miei appennini sulla pelle, non il golfino di lana della mamma o le coperte che lei ti rimboccava alla sera prima di salutarti.
E’ una sensazione di peso sulla faccia, sul petto, sulla pancia. Mi sembra che entri dentro.Un caldo che invade il corpo, anziché pervaderlo di piacevolezza.

Cambio registro: la voce si fa infantile

Io col visino vicino ad un pezzo di tronco che brucia… io che per gioco provo a resistere: uno… due…tre…quattro… cinque, via, via, non ce la faccio! E’ troppo caldo…

Azione: Compare la mamma, seduta per terra, accanto al musicista.

Una mattina d’inverno a casa, il naviglio fuori che scorre, una mattina d’inverno, Milano è grande da impazzire, mio nonno dice che nemmeno i milanesi la conoscono tutta Milano, ma io sono qui, a casa, una mattina d’inverno… che freddo! Papà non c’è, papà è al lavoro… papà…

Azione: La mamma si muove come se cercasse di ripararsi dalle botte che sta prendendo

Papààààà! Che stai facendo alla mamma, papà, che stai facendo…
Aiutooo!

Cambio registro: di nuovo voce iniziale.

Per favore, è un caldo infernale, opprimente.
E’ il calorifero qui vicino, è lui il diavolo con le corna! Non c’è una ventola, un umidificatore neanche a pagarlo… qui non si respira… oddio che afa!
Ho bisogno di aria, devo assolutamente respirare…
Mammaaaa, mammaaaa… mamma brucio dal caldo.

Cambio registro : la voce si fa infantile

Ho la febbre… quaranta e mezzo.

Azione: la mamma, manierata, interagisce col musicista

Mamma “Non ti avvicinare troppo al camino”

Musicista Si, mamma… non mi avvicino.

Mamma “Attento alla pentola sul fuoco”
Musicista Sì, mamma, lo so, l’acqua bollente.

Mamma “Lascia stare i fiammiferi”
Musicista Sì, mamma… sono pericolosi… mamma.
Mangerei un gelato… mamma, mi compri il gelato?

Mamma “Tra poco si mangia”
Musicista Ma mamma…
No, no la pezza sulla fronte non la voglio!

Mamma “Hai la febbre!”
Musicista Sì mamma… quaranta e mezzo… ho la febbre.

Ho caldo, apri la finestra!

Mamma “Ti raffreddi”
Musicista Mamma… ho sete, voglio l’acqua.

Mamma “Hai appena vomitato, e poi tra poco si mangia”
Musicista Mamma, dov’è andato papà? Cosa ti faceva, prima, mamma piangevi…

Mamma “Stai zitto! Hai la febbre, deliri…”

Cambio registro: di nuovo voce iniziale

Musicista Aiutooo, un po’ d’aria!
Vado ad aprire la finestra…

Azione Il musicista si alza, cade. Ha la camicia di forza e i piedi legati. Prima non se ne era accorto.

Ma che cazzo è sta cosa? No… Nooooo! Chi mi ci ha portato qui dentro questa volta? Mammaaaaaaaaaa! Chi cazzo mi ci a portato qui dentro!!!?

Mamma “Ssst, stai zitto… non dire queste cose. Mangia, il brodo si sfredda…”
Musicista Cosa ho fatto questa volta che non ti è piaciuto, mamma! Ho rubato le caramelle? Ho mangiato troppa nutella? Ho messo una bomba a scuola? Cosa ho fatto, mamma?!!!

Azione: Appare il medico, la mamma si mette in secondo piano e culla il vento.

Medico: La mamma è morta.

Musicista Cristo, cosa dice questo qua? Mamma dove sei? Mammaa!

Azione L’infermiere alza il musicista e lo fa sedere. Il medico gli mette una mano sulla bocca

Medico: La mamma è morta. E tu hai fatto una delle tue stronzate.

Musicista Toglimi le mani di dosso. Cazzo, mi soffochi.
Non dico nulla, sto zitto.
Insomma, togli la mano, ti ho detto di lasciarmi in pace!
Non dico più parolacce, va bene?
Sto zitto, zitto, zitto, zit… guarda, guarda: respiro e basta, così, guarda…
Cristo, non riesco a muovermi… ma dove sono?
E tu chi sei? Perché fate finta di non sentirmi; mi volti le spalle eh? (riferito all’infermiera girata di spalle)
Vi prego, ho caldo, questo posto è un inferno e la luce…
Spegnete la luce, non ho bisogno di vedere, voglio riposare, voglio riposare in pace…

Cambio registro voce soave ora, trasognata.

Azione: Appare l’angelo che accarezza il volto del musicista
La pace di quelle braccia… torpore… dico fresco e non caldo, il buio e la sua mano sulla mia pancia…

Mamma “Ninna nanna ninna oh, questo bimbo a chi lo do…” (subentra l’angelo a cantare la ninna)

Musicista Faccio fatica a non chiudere gli occhi: se dormo perdo tutto.
Apro gli occhi e… il suo profilo… naso, labbra grandi, l’intreccio dei capelli.
Chiudo gli occhi… torpore… dico fresco e non caldo… buio… pace.

Azione Angelo che balla. Mamma che culla a vuoto.

Musicista Sono andati tutti via, meglio, quel riso mi dava sui nervi, cretini. Ah… ma non finisce, non finisce così.
Io sono davanti al mio angelo, tu sei davanti a me.

Mamma “hai la febbre”

Musicista “Sì mamma, 40 e mezzo, ma ora stai zitta”

Mamma “Hai la febbre, deliri, vedi cose che non ci sono, dici cose senza senso. Vuoi il gelato?”

Musicista “mamma, stai zitta, dai!”
Io non parlo, tu non parli.
Io ricordo, tu ricodi.
Ti guardo mentre mi guardi: bianca, fredda, gelida… torpore… dico fresco e non caldo.
Poi solo… via di casa, lontano. A seguire il mio angelo. Ti hanno portato via da me, le pasticche, tutte quelle cazzo di iniezioni, e io non ti ho più vista…
Dopo ci sono state altre cose: belle, brutte.
Tutte uguali.
Non sento voci ora, sento uno strano rumore, un rumore ritmico e fisso che mi entra nel cervello, sì proprio sulla fronte, come un chiodo battuto da un martello, no no, più forte e squillante, un allarme, sì, un allarme di una macchina della polizia, di una banca, di una cazzo di casa…
E’ il rumore del cuore, è il mio cuore che batte o il rumore dei manganelli?, Tonf tonf tonf… non voglio sentirlo, chi se ne frega del verso del cuore? Ma io lo sento, l’ho sempre sentito battere il mio cuore… come in quelle macchinette che registrano i battiti… beep beep beep.

Cambio registro: di nuovo voce iniziale

Che palle, volete farmi morire, eh bastardi!! Volete che io impazzisca, che mi metta a gridare, a colpire, a… ma cosa volete da me? E perché mi avete legato?
Ma dove siete tutti?
Solo.
Le sbarre… questa camera sembra una cella.
Come cazzo ci sono finito.
Aiutoooo!
Sto male: non sopporto gli spazi chiusi.
Le sbarre, la cella. Mi daranno l’ora di libertà?
E tu che cazzo ridi? (riferito all’infermiera)
Vaffanculo soldato di merda! Tu con quella divisa bianca non sai nemmeno cos’è la libertà!
Mi hai gonfiato di botte, guarda il sangue, guarda qui sul labbro…

Infermiera “non sono stata io”

Musicista E chi è stato? Mia madre?

Medico: La mamma è morta. E tu hai fatto una delle tue stronzate

Musicista Non ho rubato la macchina, volevamo fare un giro. C’erano troppi lacrimogeni per strada…
Va bene, la zona rossa… ma insomma! Mi dovevano proprio prendere a manganellate in faccia?

Cambio registro: voce diabolica, attenuata

Nessuno, nessuno.
Prima non era così, no, prima mi bastava uscire di casa per avere tutti intorno.
Ero una stella prima, musica e successo…

Infermiere “Delira, dottore, delira…”

Musicista A proposito dov’è la mia chitarra… ehi, bastardi, mi avete fregato la chitarra! Voglio la mia chitarra, non vivo se non ce l’ho.
Ehi voi, ma dove cazzo siete, sento le vostre voci … (sono spariti tutti, tranne la mamma)

Mamma “Sente le voci, dottore, sente le voci…”

Musicista vi prego, la chitarra, solo la chitarra.
Suonavo prima, o meglio, mi lasciavo suonare dalla mia chitarra. Suonavo per vedere il mio Angelo. (l’angelo riappare e danza attorno al musicista, liberandolo dalla camicia di forza) Aprivo le porte dell’anima e lasciavo che mi possedesse, lasciavo che mi ballasse davanti, e io suonavo, suonavo…
Arrivavo lì appunto, sull’orlo del precipizio, al baratro… e il mio Angelo era lì ad aspettarmi, la vedevo allungare le braccia verso di me come ad afferrarmi.
Suonavo per la paura di arrugginire… ma il mio Angelo me lo diceva, che no, non sarei arrugginito, mi diceva che il mio corpo è fatto di vento e polvere, e il vento non può arrugginire…
Mi piaceva suonare, vedere il mio Angelo, la mia via di fuga dalla sofferenza…

Mamma “Hai la febbre”

Musicista “No mamma, lo sia anche tu, non è la febbre…”

Mamma “Hai la febbre, 40 e mezzo”

Musicista “Mamma…”

Mamma “Sei tutto rosso in faccia, sul corpo…”

Musicista “Mamma sono le botte di papà! Sono rosso per le botte di papà… Lo vedi il sangue, qui sul labbro? La febbre non fa sanguinare così le labbra!”

Mamma “Non ti avvicinare troppo al camino”

Musicista “Basta con questa storia mamma!”
No, non avevo paura di soffrire, anzi, io, io… gridavo quel dolore, lo gridavo con forza sino a sentirne il graffio sulla gola.
E l’ho suonato, dopo, l’ho suonato per il mio Angelo, la mia salvezza, lo suonavo sulla chitarra, il dolore delle corde, il male sulle dita…che male, che male!
Mi piaceva il sangue della mia musica e più soffrivo più riscuotevo successo; divenni una star grazie al dolore che mi martoriava l’anima. Era importante il sangue per me: infatti chi arrugginisce non può sanguinare…
Una star… e chi l’avrebbe detto! (l’angelo lascia il campo e và sullo sfondo)
“La chitarra della crudeltà…” così disse la tipa alla quale rilasciai la prima intervista. Che stronza… Le parole sono importanti! La chitarra della crudeltà… di crudele ci sono solo le poesie. Io suonavo per il mio Angelo, che cazzo vuoi da me? (rivolto ad una ipotetica giornalista)
Ero a Roma, anzi no a… ma era poi un concerto? No, forse era in uno di quei posti che la gente frequenta solo per decidere dove andare a scopare…
Gente, tanta gente e nebbia di fumo.
Il blues nell’aria.
Aria sporca di tutto.
Bagni con puzza di vomito.
Video psichedelici .
Bam!
Bottiglia in frantumi. Non ho resistito. La chitarra della crudeltà… dico, che cazzo vuoi da me? Una intervista? Per parlare di che? Sei davvero così interessata al sangue che sgorga dalla mia situazione? Lasciami col mio Angelo, dai!
Gran vociare nel fumo e di fronte lei: la tipa dell’intervista.
Lei la ricordo… carina, piena zeppa di piercing, che roba… in fondo anche a lei piaceva farsi male.
Ricordo le sue labbra, le sue domande, le sue domande, le sue domande…
Ero così stanco delle sue domande che iniziai a rispondere incidendomi con una lametta il braccio.
Sì, zac! Proprio così, dei tagli! Anzi nò… Mi incidevo l’alfabeto sul braccio…
Ora ricordo: domanda del cazzo?… via giù con la lametta, zac! Zac! Zac! Lettera a, b, c…
bella domanda?… succhio il sangue dai tagli.
E la tipa con la mano sugli occhi: “Ma che fai… che schifo!”.
No, bella tipa, sei tu che mi fai schifo, non l’hai ancora capito e poi insomma, vaffanculo, lasciami coi miei fantasmi.
Volevo fare schifo, perché la gente ripugna ciò che fa schifo, nasconde e nega ciò che fa schifo. E io volevo starmene col mio angelo. Chi se ne frega delle parole? Io volevo solo suonare per il Mio Angelo, e che lei ballasse per me…

(L’angelo balla) E allora eccolo, il primo ricovero in psichiatria. (L’angelo sviene, l’infermiere rimette la camicia, il musicista è impotente)

Infermiere “Il paziente ha agiti autolesivi…”

Musicista Agiti autolesivi? e le botte di mio padre?
Te la do io la chitarra crudele, stronza!
Eccovi di nuovo, bastardi… cioè, no, scusate, insomma, volevo dire che, hm, sapete com’è, qui fa caldo, ma perché non mi togliete sta camicia di tortura, perché fate finta di non sentirmi, e cosa volete farmi con quella siringa, ehi tu (riferito all’infermiera), calma piccola, calma, sì tu vestita di bianco, ma perché non lasci perdere e ce la spassiamo un po’?
No eh?
Fai orecchie da mercante, dì la verità: te lo impongono qui dentro, chi sono i tuoi capi?
Che fai, toglimi le mani di dosso, aiutoooo, il sangue, il sangue, la siringa…

Infermiere Largactil una fiala, dottore.

Musicista Cosa fai con quella siringa, puttana, sei una puttana insensibile, sei una lurida cagna, tu sei la morte, la morte sì, bella e crudele, crudele come certe poesie… la chitarra della crudeltà… che stronza… no…no… bastardi tutti! Noooo!

Azione: Iniettano il largactil. Il musicista è sedato

Due più due …quattro. Quattro più quattro… Ancora, coraggio. Devo pensare, devo tenermi sveglio. I 7 Re di roma… Romolo, Numa pompiglio, Tullo Ostiglio… Anco Marzio… Otto! Fa Otto! Quattro più quattro fa… otto! Gli otto Re di Roma: Romolo… Numa… Pompiglio…

Azione: Si addormenta. Lo liberano. Lo spogliano e lo lavano.

Musicista: Belfagor, Fantomas, Parigi, il sangue, la rivoluzione dei sanculotti…

Medico “Non hai studiato, impreparato”.

Musicista Impreparato non fa media.

Medico “Vedremo alla fine dell’anno…”

Musicista Il sangue in bocca, il sangue in gola.
Brutta sensazione.
La manifestazione. Il mare. La zona rossa.
Fa male il manganello.
Non sono ancora morto.
Il sangue in gola, il tubo che l’aspira, i denti spezzati.
Anch’essi in gola.
Misti al sangue.
Corri ambulanza, corri…
… corri in psichiatria. In psichiatria? Ho il naso fratturato, che cazzo ci faccio in psichiatria? E’ già la seconda volta…

Medico “Stia calmo”

Musicista Stia calmo un cazzo, ho male dappertutto.

Medico “Lei si è schiantato in moto, non aveva il casco, si è spaccato la faccia. Chiaro?”

Musicista Ma che cazzo dici, dottore! Mi hanno dato una manganellata in faccia!

Medico “Stia calmo, le ho detto! Soldati! Secondini! Preparate una fiala di largactil, soldati! E le fascette, il paziente è agitato…”

Musicista Agitato? Non sono agitato… dov’è la mia chitarra, dottore?

Medico “La sua chitarra? Ecco parliamo della chitarra.”

Musicista Fu mia sorella a regalarmi la chitarra.
Lo fece prima di morire di crepacuore.
Mia madre… prima!
Zac, lamette sul braccio… Lettera a, b, c…
Sangue.
Mia sorella… dopo!
Zac, lametta… sul braccio. L, m, n…
No, sul cuore!
Crepa di cuore mia sorella.
Crepacuore… zac… sangue. P, q, r…
Oggi la chitarra è mia sorella o… mia sorella è la chitarra: rendo l’idea, no?
Voglio dire che non posseggo altro che quella maledettissima chitarra che voi, dottori ed infermieri, mi avete fregato
Sì voi, voi che non smettete di guardarmi, di toccarmi, di costringermi, di manipolarmi, di iniettarmi, di nutrirmi, di legarmi…
Ma guarda che facce!

Medico Soldati! Avete preparato il largactil?

Musicista Cosa credevate, di avere davanti un pezzo di carne, un animale inerme ed insensibile, una bestia da clonare?
Una pecora.
No, non è giusto, sai l’etica…
La pecora bioetica.
E gli embrioni in provetta?
Gli organismi mutati geneticamente?
Non sono un musicista transgenico… sai, non è giusto.
Bioetica e scienza.
Scienziati… e poi… i pediatri!!! Mi ricordo, i pediatri!!!!

Medico Soldati, cazzo, state vicini! Non vedete che il paziente è agitato? Preparate le fascette, secondini!

Musicista Mammaaa, il cucchiaio in gola!
Pediatri… mamma… pediatri…

Medico “Tonsille gonfie”.

Musicista Mi viene il vomito.

Medico “Antibiotico a largo spettro”.

Musicista Largo che?

Medico “Dieci intramuscolo”
Musicista No!

Mamma “Ci pensa la zia, è così brava”
Musicista La zia mi fa male

Medico “Allora operiamo… zac… un attimo”.

Musicista Sangue.
Non mi toccare, pediatra!

Mamma “Ti compro il gelato”.

Musicista Come faccio a mangiarlo con questi ferri in bocca!
Sangue.
Mamma, dove sei.

Medico “La Mamma è morta”.

Musicista No, mamma è morta… prima…zac!
Mia sorella è morta… dopo… crepacuore… zac! X, y, z…
Domanda del cazzo? Zac, lametta sul braccio… te la do io la chitarra crudele!

Medico “Non hai studiato, impreparato”.

Musicista Impreparato non fa media.

Medico “Quest’anno ti boccio”

Musicista La mamma muore di crepacuore se mi bocci.
No, mia sorella è morta di crepacuore… zac!

Medico Soldati cazzo! Soldati!!!!!

Azione: Fermano il musicista. Iniettano. Il musicista si muove come un burattino tirato da fili immaginari in mano al dottore.

Musicista Guarda il sangue.
Infermieraaa!

Medico Soldati! Secondini! Il paziente chiama…

Musicista Paziente? Paziente un cazzo, non ne ho più di pazienza.
E non ridere sai, non ridere… ehi… aspetta, aspetta, dove cazzo vai, aspetta!
ho capito, ho capito!
Ho capito che sono in questo cazzo di ospedale psichiatrico e voi me ne state facendo di tutti i colori… Volete salvarmi, eh?
Ma chi credete di essere voi, una schiera di Santi miracolosi?

Mamma “Santa Maria Madre di Dio… eterno riposo dona a loro… riposino in pace”
Riposino in pace: mamma… zac! Mia sorella… zac!
Amen.
Ed io ?
Solo, nessuno.

Mamma “Poverino, poverino”
Medico Soldati! aprite questa cazzo di porta!

Azione: Il dottore arriva con l’infermiera

Musicista Slegami i polsi.
Non dico più parolacce, sto zitto.

Infermiera “Non posso slegarti, sei agitato. Se fai il bravo, ti porto fuori un’oretta, poi…”

Musicista: “L’ora di libertà? Che stronza…”

Medico “Eppure il largactil…”

Musicista Voi non mi credete! Vi ho detto che ho preso una manganellata in faccia, la manifestazione, zone rosse, zone nere… blocchi neri, zone rosse…

Medico “Il paziente delira…Gli dia il Serenase. Soldato ha capito? Gli dia il serenase.”

Musicista Voi non volete che io esca da quest’inferno, godete del mio male.
Guarda come mi tocchi, come sposti le mie braccia.
Ti sei accorta che questo è il mio braccio?

Medico “Soldato le ho detto di procedere, cazzo!”

Musicista Tu godi a bucarmi, lo fai tre, quattro, cinque volte e ti accanisci contro il mio corpo che non ti sopporta più. Perché se non mi buchi cosa succede? Hai Paura? Il tuo capo non è contento?
Guardalo! mi da le spalle, le dà anche a te, sembra non essersi accorto che esistiamo.
Ha a che fare con la sua terapia, lo scienziato, il piccolo Eistain, il genio della baracca: si diverte ad innescare i farmaci che mi distruggono.
Perché io ci sento, ci vedo. Io esisto. Lo capisci che esisto?
Dov’è il mio angelo? Dove sei? Angelo mio… Portami via, angelo bianco. Portami via da questo inferno. (L’angelo, che era svenuto, piano si alza..)

Infermiera “Il paziente continua a delirare dottore”

Medico “Eppure il serenase…”

Musicista Non li lasciare abusare del mio corpo, angelo, non voglio dar loro la gioia di vedermi resistere alle loro torture. Non lo hanno meritato Uccidimi angelo… portami via…
Mi hanno fregato la chitarra, non hanno ascoltato la mia sofferenza, si sono accaniti contro la mia malattia e non si sono accorti che, dietro quella, c’è un corpo, un corpo di carne ed ossa, c’è un corpo con la sua mente, con la sua chitarra, c’è un corpo con la sua musica… una musica che loro neanche conoscono! E non conoscono nemmeno te, angelo mio…

Azione L’angelo slega la camicia di forza, balla vorticosamente…

Non vi regalerò i miei muscoli, i miei polsi, i miei sogni,e non mi farete arrugginire, no.. non ho più paura di arrugginire, bastardi tutti! ecco, guardate… guardate come sono bravo… sono slegato e vaffanculo ad Eistein ed alla sua scienza.
Sì, piccolo soldato, suda ora, preoccupati, chiama i compari.

Medico “Ma che cazzo è successo?”

Musicista Sì, sì, così, correte, correte, tanto non potete avvicinarvi più.

Azione: l’angelo ferma medico e infermiere, li tocca e cadono uno sull’altro

Ed ora, signori e signori, il salto finale, volo carpiato con doppia capriola e su, su, con il mio angelo, sino a dove nessuno di voi riesce a vedere. Siete così miopi…
Guardate che faccio adesso, bastardi voi e i vostri manganelli, le vostre fascette, le vostre iniezioni. Fermo il mio cuore, e che il mio corpo non si tocchi più! Che il mio corpo non si tocchi più!!! stronzo, lascia la tua scienza, ora è il mio cuore che si ferma e che ti chiama, dai corri, genio!
Sì correte, affrettatevi, non mi fate la respirazione bocca a bocca? Non riuscite a muovervi più, bastardi!!!
Poveri illusi! Non riuscite più a raggiungermi
Mi avete fregato la chitarra.
Che cazzo ne capite di musica… Correte illusi, correte… non ce la farete mai!
Che il mio corpo non si tocchi più!! Sono libero… Ho vinto, ho vinto, ho vinto!

Azione: il musicista cade morto e l’angelo lo porta via. Ultima strofa di “la mia ora di libertà” in sottofondo. Buio