Nursing in movimento… Una scoperta incredibile allora c’è speranza!

di Lucia Mielli

Incredibile!!! Allora c’è speranza!!! Siete stati una scoperta INCREDIBILE!!
Sono infermiera all’ospedale di S. Benedetto del T. (AP), 38 anni, una famiglia con una figlia di 13 anni, impegnata da anni nel Movimento, da Genova 2001, al SFE di Firenze fino a Cancun, nel Messico, insieme ai campesinos e alle donne maya per lottare contro il WTO e la privatizzazione della sanità, a livello mondiale. Allora c’è speranza di dare un senso altro ed alto alla nostra professione, al di là dei limiti delle nostre organizzazioni, dei nostri dirigenti e coordinatori, medici e infermieristici, spesso autoritari, a volte con poco cuore e cervello, dell’autonomia tanto sbandierata che non esiste, della famigerata professionalità fatta solo di buona tecnica e poca empatia. C’è allora la possibilità di lavorare bene e sentirsi bene, anche di divertirsi ed imparare dai nostri pazienti, che, grazie anche alla loro tragica realtà, rimodellano, per chi la sa cogliere, la nostra scala di valori e ci aiutano a vivere con consapevolezza. C’è speranza in qualcosa che ci faccia vedere al di là delle 5 lire di aumento. Mica che facciano schifo, ma ci sarà anche qualcos’altro per cui impegnarsi oltre a questo. Se fosse solo tutto questo, veramente sarebbe deprimente.
La nostra è una professione splendida, al servizio delle persone, perché si basa sul rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo[1], perché noi infermieri riconosciamo che la salute è un bene fondamentale della persona[2] e di tutta la collettività e ci impegniamo a tutelarla in ogni momento ed ambito della vita.

Professione di pace e fondata sulla giustizia, perché l’infermiere riconosce che tutte le persone hanno diritto ad eguale considerazione,[3] indipendentemente dall’età, dalla condizione sociale ed economica. Perché fare riferimento anche alla pace in un contesto lavorativo? Perché la pace è la prima condizione, irrinunciabile, per parlare di diritto alla salute, intesa come benessere fisico e psicologico, per tutti.

E’ una riflessione attuale, proprio in un momento in cui le dinamiche mondiali, con le moderne guerre preventive e permanenti, si configurano come delle vere e proprie guerre di civiltà, dove, in nome di opposti fondamentalismi, ognuna delle parti pretende di esercitare un’egemonia culturale assoluta sull’altro.

Noi infermieri dobbiamo andare necessariamente controcorrente, agire in modo tale da diventare sostenitori dei diritti delle persone vulnerabili, come previsto ad esempio dalla Dichiarazione Universale dei Diritti degli Uomini, con l’obiettivo, attraverso un atteggiamento di continua riflessione e autocritica, di conferire capacità di agire e autonomia, consapevoli che i pazienti non possono non essere protagonisti delle proprie scelte, in merito ai loro bisogni, alla loro vita, alla loro malattia e alla loro morte.

Il Movimento dei Movimenti, quindi, è veramente il nostro luogo, la dimensione del nostro agire!!!

Lucia Mielli

[1] 2.1 codice deontologico
[1] 2.2 codice deontologico
[1] 2.3 codice deontologico