Perchè Nursing in movimento a Valencia al congresso AEC

“La professione infermieristica e le nuove forme di lavoro precario”
il tema proposto al Congresso internazionale degli infermieri di comunità
Quando abbiamo saputo che l’Associazione Infermieri di Comunità aveva organizzato un congresso sui problemi dell’assistere in un mondo globalizzato ci siamo detti che non potevamo mancare all’appuntamento.
“La sfida di assistere in un mondo globalizzato” questo il titolo del 6° congresso dell’associazione spagnola che si svolgerà tra l’8 e l’11 novembre 2006 a Valencia.

Valencia 2006

Un tema per Valencia

Il tema di discussione che abbiamo proposto a Valencia è “La professione infermieristica e le nuove forme di lavoro precario”. Il gruppo Nim ha presentato la propria ricerca sul tema cercando di utilizzare nuovi linguaggi: teatro, video, un’informazione sintetica sullo stato delle cose. Privilegiando più che l’esposizione frontale, la circolarità della comunicazione, dove chi parla e chi ascolta continuamente muta ruolo e tutti si fanno ugualmente responsabili del processo educativo.

Il tema interessa la professione infermieristica perché:

– la precarietà del lavoro è vissuta in prima persona da un numero crescente di infermieri, soprattutto stranieri ma anche italiani;
– nell’ambito del lavoro precario infermieristico sono evidenti forme di sfruttamento ad esempio bassi compensi. Da internet si apprende che una cooperativa propone una paga lorda di 1300 € al mese per 165 ore di lavoro. Dai giornali si viene a conoscenza di orari massacranti che possono arrivare fino a 14-17 ore al giorno;
– la precarietà costituisce un fattore di rischio per la salute dei lavoratori e delle loro famiglie;
– in sanità dopo le organizzazioni private anche le istituzioni pubbliche mostrano la tendenza ad avvalersi del lavoro precario.

A queste considerazioni si aggiunge il rilievo di una anomalia. Il lavoro precario riguarda storicamente attività di bassa qualificazione, in cui la competenza acquisita con la pratica professionale è trascurabile, così come irrilevante è la continuità nel servizio. È inoltre proprio di quelle attività in cui la domanda di lavoro è inferiore all’offerta.

Nessuna di queste condizioni vale per la professione di infermiere.

Tutto ciò che sta succedendo porta la professione infermieristica indietro non di anni, ma di decenni. Occorre ripercorrere i libri di storia dell’assistenza per ritrovare situazioni confrontabili con quelle attuali. La precarietà del lavoro, le condizioni di sfruttamento denunciate dai mass media e che oggi interessano prevalentemente gli infermieri stranieri o quelli italiani neolaureati, costituiscono una minaccia per tutti i professionisti. Non solo la professione è svilita da quanto sta accadendo, ma corre il rischio di vedere messi in discussione diritti acquisiti. A fronte di un numero crescente di infermieri disposti ad accettare questi rapporti di lavoro diventa sempre più difficile perseguire obiettivi di avanzamento culturale e professionale per tutti. La colpevole disattenzione dei dirigenti sanitari e dei politici nel creare spazi di valorizzazione degli infermieri all’interno delle aziende sanitarie e lo scarso riconoscimento economico a fronte delle responsabilità richieste sono tra le cause principali della “carenza” di personale infermieristico. All’interno delle strutture sanitarie si continua consapevolmente a tenere ai margini gli infermieri, schiacciandoli su ruoli subalterni con pochissimi esempi di iniziative controcorrente.

Stupisce pertanto che il lavoro precario:

– non sia oggetto di analisi e di dibattito da parte dei Collegi e della Federazione Nazionale nel loro impegno di tutela della salute pubblica e della professione;
– sia favorito anziché contrastato dalle istituzioni che dovrebbero essere interessate a tenere alto il livello di qualità dell’assistenza.

Non stupisce invece che il risultato finale sia una condizione di precariato intellettuale dell’infermiere che vede appiattita in un elenco di compiti spezzati la propria attività quotidiana, ignorata la competenza, banalizzata la cura consapevole delle storie di malattia.

L’intervento di Nim a Valencia è una sfida, un tema difficile sul quale mancano quasi completamente informazioni e testimonianze. La presenza al congresso degli infermieri di comunità significa voler essere al loro fianco nel denunciare ogni forma strisciante di privatizzazione nella sanità e di deprofessionalizzazione degli infermieri derivante da precarietà e sfruttamento.