Questi genitori d’oggi

 

Sin dall’era paleolitica ricorre la consuetudine di denigrare le nuove generazioni mediante l’intramontabile epiteto: “Questi giovani d’oggi”, cui segue un’ampia gamma di inettitudini, vizi e fragilità riferita a questi ultimi. Lo scopo? Descrivere l’evidente differenza, espressa in termini di abilità e virtù, tra la generazione di genitori e genitrici e quella di figlie e figli. Si va giù pesante nel descrivere quanto passivi, distratti, poco rispettosi e combattivi siano questi giovani esaltando, di converso, tutte le tangibili abilità che hanno invece connotato le generazioni precedenti.
Ma io stanotte ho fatto un sogno e ve lo racconto!
Le piazze e le strade erano invase da fiumane di bambine/i, ragazze/i, figlie/i, studenti e studentesse. In silenzio sfilavano innanzi a scuole, provveditorati, questure e municipi trincerati dietro a grandi striscioni sui quali campeggiava la scritta: “Questi genitori d’oggi”!
Non una parola usciva dalle loro bocche! Tutti dotati di mascherina, gel igienizzante appeso al collo e distanti un metro e mezzo l’uno dall’altra, avanzavano per le vie delle città con sguardo alto, fiero e deciso. Morivo dalla curiosità di sapere cosa avessero da dire, dunque mi sono avvicinato a Giulia, una di loro, per chiederle informazioni. “Parleremo una volta giunti in Piazza Stradarte, dove le donne e gli uomini del Presidio Cultura Partecipata Brescia hanno messo a nostra disposizione un microfono magico. Sembra che solo da quel microfono escano i suoni, i ritmi e le melodie che diedero origine alle prime parole”. Così ha replicato prontamente Giulia alla mia curiosità. Dunque anch’io, mascherina, gel e un metro e mezzo di distanza (Trinità indiscussa del Covidanesimo; “Nel nome della mascherina, del gel e del distanziamento sociale, Amen”), mi sono unito al popolo delle manifestanti.
Giunti in piazza, roba da non credere. Ho udito la nuova generazione lamentarsi della precedente! Questa volta il mantra si era invertito, tutti s’interrogavano criticamente sull’operato di questi genitori d’oggi! Un discorso storico di cui riporto il passaggio centrale.
Al microfono c’era proprio Giulia: “Possibile che questi genitori d’oggi siano così passivi, acritici e privi d’iniziativa? Hanno accettato, senza alcun dato epidemiologico ufficiale su contagi, morbilità e mortalità nel popolo studentesco, che si chiudessero le scuole di ogni ordine e grado nel giro di poche ore. Guardano inermi l’apertura indiscussa di stadi, chiese e fabbriche…come se fossero luoghi immuni dal contagio. Oggi non sono qui con noi a proteggere il diritto allo studio, alla vita, alla socialità. Ci piazzano davanti ad un pc per ore, quando sino a ieri ci torturavano sui limiti di esposizione agli schermi dei telefonini, dicendoci che rischiavamo la dipendenza da connessione online! Questi genitori d’oggi non sono come quelli di una volta. Non sono come quelli che hanno sfidato, affrontato e vinto le battaglie per i diritti delle loro figlie e figli. Anche mediante lotte, carcere, manganellate e torture. Quelli non si arrendevano mai, mentre questi l’anno già fatto da un pezzo!”
Che incubo, mi sono svegliato di soprassalto, sudato e tachicardico. Per un attimo ho pensato che fosse tutto vero. Mi è sembrato d’impazzire per un istante! Meno male che, una volta sceso in strada, ho rivisto i cancelli delle scuole aperti e una marea di studenti e studentesse che si dirigevano verso le loro classi. Come loro solito, passivi, disinteressati e distratti.
C’è poco da fare con questi giovani d’oggi…