Superare sanitopoli ovvero riappropriarsi degli spazi urbani.

Lorenzo Marvelli

Lo sviluppo capitalistico ha ormai raggiunto la fase della truffa e dell’azzardo, parlare oggi di salute è disegnare strategie e tattiche di riconquista; in questa nuova dimensione di conflitto, mi sembra chiaro che i ruoli delle professioni sanitarie ma anche quello degli utenti, dei loro familiari o più genericamente degli uomini e delle donne vada verso l’attuazione di pratiche di resistenza e rivolta urbana.

Dopo lo scandalo della clinica privata Santa Rita di Milano con le accuse di omicidio aggravate dalla crudeltà per gli indagati, finisce nell’occhio del ciclone un’altra clinica milanese, il Policlinico San Donato: truffa aggravata al sistema sanitario regionale e falso ideologico con 24 avvisi di garanzia per i vertici dell’ospedale.

Solito copione ovvero interventi per operazioni non necessarie al fine di gonfiare i rimborsi.

Anche in Abruzzo la sanità regionale subisce il colpo della magistratura con il risultato del crollo dell’intera Giunta ed un terremoto politico senza precedenti. Anzi con un precedente, alcuni anni fa, quando fu l’intera Giunta Abruzzese del dottor Salini a finire sotto inchiesta.

Sono 11 le persone arrestate in carcere: oltre ad Ottaviano Del Turco, Presidente della Regione, ci sono Lamberto Quarta, Camillo Cesarone, Antonio Boschetti, Gianluca Zelli, Luigi Conga.
Ai domiciliari invece Giancarlo Masciarelli, Vito Domenici, Bernardo Mazzocca, Angelo Bucciarelli, Francesco Di Stanislao, per quest’ultimo divieto di dimora a Pescara.

Tra i delitti contestati ci sono l’associazione per delinquere (Masciarelli, Domenici, Conga, Boschetti, Del Turco, Quarta, Cesarone, Mazzocca, Bucciarelli Di Stanislao), il riciclaggio ( Zelli), la concussione in danno dell’imprenditore della sanita’ Maria Vincenzo Angelini anche egli indagato ma nei confronti del quale il Gip non ha ritenuto, per la importante collaborazione di disporre la misura cautelare richiesta (Domenici, Masciarelli, Del Turco, Cesarone, Quarta, Bucciarelli, Boschetti, Conga), la corruzione (Del Turco, Cesarone), oltre a truffe aggravate, falsi, abusi d’ufficio ed altro.

Perché questa nuova tangentopoli, cosa sta accadendo nella sanità delle aziende e dei manager? Quali sono i nuovi interessi che legano medici ASL, politici e imprenditori della sanità? Perché a fronte di un cronico e noioso richiamo al risparmio ed al contenimento della spesa sanitaria, c’è una spostamento di denaro senza precedenti da un conto all’altro con la complicità del solito sistema delle banche nazionali ed estere?

Su una cosa possiamo essere tutti d’accordo: se la privatizzazione della sanità, se la trasformazione delle USL in ASL ci venivano raccontati come la via meno onerosa e più moderna verso il miglioramento della qualità dei servizi, oggi possiamo, sostenere senza il timore d’essere smentiti, l’esatto contrario.

Il caso Abruzzo è emblematico. Pur avendo, insieme ad altre regioni italiane, un spesa sanitaria superiore alle aspettative, il sistema sanitario regionale fa acqua da tutte le parti ed i livelli minimi d’assistenza non sono una religione come in molte altre regioni italiane.

Non credo si possa ragionare di sanità e del rapporto tra politica locale ed imprenditoria della sanità privata senza tenere conto delle trasformazioni che lo sviluppo capitalistico ha determinato in questi ultimi tempi nella società che viviamo.

L’invadenza del privato nel settore pubblico risponde ad un preciso attacco del capitale finalizzato a polverizzare definitivamente ogni ipotesi di welfare: la salute non è più uno stato da preservare nell’interesse proprio e della collettività poiché, la collettività appunto, è in via di disgregazione.

Il comune è una specie in via di estinzione. Come le balene, come i panda. Il pubblico non esiste più a fronte di un individualismo esasperato che trova massima espressione nell’impresa privata; tutto si fa merce e nulla è gratis e garantito, neanche la salute. Anzi, la stessa salute diviene merce, gli ospedali si fanno mercati per la compravendita di operazioni come il caso della clinica Santa Rita e i medici e gli imprenditori che spesso sono la stessa cosa, alla stregua di mercanti, vendono a caro prezzo le loro prestazioni. Come in Abruzzo.

L’attacco del privato al pubblico che è la forma capitalistica che stiamo subendo, è ovunque nelle metropoli contemporanee che, in questo modo, si fanno spazio in vendita, spazio per ipermercati, per complessi residenziali recintati e super controllati a ribadire la loro privatezza, la loro inviolabilità, la loro esclusività.

E queste metropoli in vendita si fanno spazio anche per le cliniche private che sorgono ovunque con nomi che evocano la serenità, l’eden, la pace ed invece sono degli ambiti mercificati immersi in contesti rassicuranti pieni di palme tropicali, prati inglesi, agenti di sicurezza e telecamere per la video sorveglianza dei pazienti e del personale quasi sempre precario e sempre più extracomunitario e sottopagato.

La clinica privata come l’ipermercato o il villaggio turistico o il complesso abitativo chiuso intorno ai suoi condomini, costituiscono quelli che Marc Augé chiama non-luoghi ovvero spazi completamente privi di storia ed identità, spazi fuori dal tempo dove le relazioni umane sono mediate dalla merce e votate al soddisfacimento personale senza alcuna implicazione del senso della collettività. Nei non-luoghi l’ Altro scompare definitivamente e la religione dell’ Io è l’unica ammessa.

In questi contesti non si produce cura per gli altri e neanche salute per tutti ma solo ed esclusivamente per i clienti fidelizzati che pagano i servizi di tasca propria o attraverso il rimborso regionale.

La sanità diviene così solo una sporca faccenda personale. E’ a partire dalla clinica, da questo non luogo mercificato che origina il meccanismo perverso che ha determinato i recenti scandali in Lombardia ed in Abruzzo e che ne determinerà molti altri nel prossimo futuro, purtroppo.

La clinica privata insomma è il paradigma della sanità a questo punto dello sviluppo capitalistico: per esistere ha necessità di vendere e per vendere ha necessità di clienti pieni di soldi disposti a pagare senza chiedere lo scontrino e senza domandare cosa stanno comprando.

Nella clinica privata trovano ambiente ideale alla sopravvivenza gli imprenditori ed i rappresentanti della politica locale che, qui dentro ed al chiuso dei loro studi blindati e video sorvegliati, cercano di mettere in relazione i loro interessi tutti riconducibili alla realizzazione del profitto personale.

Ogni possibilità di salute allora viene sopraffatta da questa necessità di guadagno, ciò che era pubblico si fa privato, ciò che era interesse collettivo si fa interesse individuale, ciò che era salute può farsi malattia, ciò che era vita può farsi morte.

Le metropoli non hanno più spazio per noi. I nostri luoghi non sono più le strade per passeggiare, le piazze per incontrarsi, gli ospedali per curarsi, la spiaggia libera per fare il bagno ma gli ipermercati, le cliniche private, gli aeroporti, i villaggi vacanza dove sembra che la relazione economica prevalga su ogni tipo di relazione umana e lo scambio merce-denaro sembra essere l’unica azione di senso.

Il superamento del malaffare in sanità, della corruzione della politica locale istituzionale non possono prescindere da un’analisi dello sviluppo capitalistico che ha ormai raggiunto la fase della truffa e dell’azzardo e qualsiasi ipotesi di rovesciamento della situazione attuale potrà attuarsi solo a cominciare da una libera ed autonoma riappropriazione degli spazi che ci sono stati sottratti in città.

Parlare oggi di salute è disegnare strategie e tattiche di riconquista; in questa nuova dimensione di conflitto, mi sembra chiaro che i ruoli delle professioni sanitarie ma anche quello degli utenti, dei loro familiari o più genericamente degli uomini e delle donne che abbiano a cuore il problema, tutti debbano auspicare una loro ridefinizione verso l’assunzione di responsabilità, verso l’attuazione di pratiche di resistenza e rivolta urbana.

lorenzo marvelli