Buoni come il pane; effetti desiderati.

A cura di Siria, Massimo e Mariano De Mattia

Cristina, sempre alla ricerca di nuove adesioni per il progetto Cartina Brescia Solidale – Cbs, una mattina mi comunica con entusiasmo che finalmente è giunta la prima effettiva adesione: “Ciao, mi chiamo Masserdotti Romana ed ho una rivendita di pane in via crocefissa di rosa. Da un paio d’ anni metto il pane e la roba che mi avanza della giornata fuori dal mio negozio, quando chiudo alla sera. Se stai cercando qualcuno che condivida il tuo pensiero sull’aiutare gli altri, io ci sono. Ho visto dalle foto che hai dei libri, io da 3 anni nel negozio funziono anche come biblioteca. Non ho Facebook, ma spero di poter condividere con te per fare numero. È bello aiutare gli altri. A presto, Romana”
Allora mi son detto: Quale migliore occasione per prendere taccuino e macchina fotografica e correre in direzione di una nuova storia da raccontare?
Dopo aver sentito Romana telefonicamente, che si è subito resa disponibile per una chiacchierata, mi attrezzo è parto. Ma questa volta l’intervista assume un carattere d’eccellenza.
Ho con me Massimo e Siria, i miei figli, che hanno voglia d’improvvisarsi cronisti! A loro due va il mio grazie per aver affrontato con attenzione ed amore quest’esperienza. Oltre a concepire due delle quattro domande rivolte a Romana, sono opera loro la metà delle foto.

Buoni come il pane

Insieme, seduti attorno al tavolo di casa, abbiamo organizzato la sequenza delle domande, raccattato carta e penna, caricato la macchina fotografica e siamo partiti in direzione “Area Pane”.
Appena varcata la soglia della rivendita di Romana la sensazione immediata è quella che si prova entrando in casa di amici. Accoglienza totale, sorrisi e gentilezza. Romana racconta e si racconta con la cadenza di una poesia, le mensole che ospitano il maggior numero di libri sono i suoi occhi…sempre prossimi alla commozione. Di lì a poco seguono abbracci e baci spontanei, quelli riservati alle anime affini. Per Romana niente sembra essere un problema; Siria ribalta un secchio con delle pannocchie secche spargendo mais su tutto il pavimento ed io le faccio eco rovesciando un fiume di volantini appoggiati sul bancone…ma Romana sorride, sa leggere l’emozione e ci tranquillizza: “È tutto apposto”. Massimo Pone il primo quesito, Siria lo segue a ruota ed io chiudo con le ultime due domande. Nel corso dell’intervista entrano alcuni clienti che Romana chiama per nome e accoglie con un sorriso sincero.

Perché fai questa cosa?

Il primo marzo questo esercizio compie 8 anni. Ho iniziato in società, ma da circa cinque anni lavoro da sola. Il Pane me lo producono, mentre i dolci che vedete sono tutte mie creazioni. Mi son resa conto nel corso degli anni che c’è tanta gente che ha bisogno veramente e non trovo nulla di straordinario nel mettere a disposizione di questa comunità di uomini e donne affaticate dalla vita del pane che altrimenti andrebbe buttato via. Perché trasformare in rifiuto ciò che può essere semplicemente donato? Non sopporto l’idea di sprecare il cibo, è un gran peccato versare nella pattumiera il cibo. Soprattutto se pensi che a pochi passi da qui magari ci sono molte tavole sulle quali il pane non trova spazio. Credo che sia un gesto semplice di civiltà. A me non costa nulla e a chi se ne serve forse risolve un piccolo problema quotidiano.

Perché hai scelto di mettere i libri nel tuo negozio?

Il mio sogno è sempre stato quello di aprire una libreria. È da sempre un’esperienza che avrei voluto vivere. I libri mi accompagnano quotidianamente e rappresentano la mia passione. Sin dal mio “piccole donne”, ne ho letti di libri! Oggi ce li ho a vista, a casa come al lavoro, e questo permette uno scambio continuo che crea un corridoio tra corpo e anima. Ci sono clienti che li prendono in prestito, li prestano o addirittura li regalano. Esattamente come si fa in una biblioteca. Oggi mi sento felice perché vendo il pane e presto i libri.

Tanti anni fa, in un vertice sulla fame nel mondo, qualcuno sostenne provocatoriamente che il metodo migliore per combattere questa piaga è assicurarsi che ci sia un libro in ogni casa. Che ne pensi?

Credo che sia un’affermazione giustissima. I libri aprono cuore e mente. Anche la persona più umile può imparare qualcosa da un libro. La scolarizzazione ha certamente una funzione importante nella vita di una persona, ma ci sono conoscenze, esperienze comunicative e intuizioni che non passano indispensabilmente per il percorso scolastico classicamente inteso. Io ad esempio non ho viaggiato tanto, ma con i libri sono andata ovunque! In questo momento, grazie a “Enigma tra i ghiacciai” di Clive Cussler, sono nella calotta polare Artica. Con Wilbur Smith, invece, ho conosciuto tutta l’Africa mentre grazie a Patrick Robinson so guidare una portaerei.

Secondo te, il legame tra pane e libri equivale a quello cartesiano tra corpo e anima?

Certo! Ecco perché espongo in vetrina un cartellone che mette questi due soggetti della vita uno accanto all’altro. Ed è proprio da una vita che contempla l’esistenza di questi due ingredienti che ci si può aspettare un risveglio delle coscienze che restituisca centralità al valore della solidarietà. Al di là della percezione generale, a mio parere la solidarietà è molto più diffusa di quanto sembra. La parte buona in movimento resta la maggioranza di questa umanità cui apparteniamo. E questa parte sa bene che la sofferenza scambiata si riduce e la gioia condivisa si moltiplica.